La Terra dove si infrangono i sogni

Pubblicato: agosto 27, 2012 in Corsa e Passione, Morso della Tarantola

Probabilmente non hai neanche sentito lo sparo, presa dai tuoi pensieri. Un sogno le Olimpiadi di Pechino. trovarsi nello Stadio Nazionale, di fronte a novantamila spettatori. No, non potevi sentirlo quello sparo, tutti quei colori, quei rumori. Tutte quelle persone che applaudivano al tuo nome. Ma tu eri arrivata proprio su quella pista. Nostante la povertà perchè nascere in Somalia nel 1991 vuol dire avere davanti una vita difficile. E proprio su quella pista volevi mostrate di essere diventata grande. Nonostante gli insulti che hai ricevuto mentre ti allenavi tra i crateri delle bombe, perchè una donna non può fare sport in una terra di fanatici. Nonostante tutto, ora rappresenti il tuo paese. Nonostante tutto pensi di potercela fare.

32 secondi e 16 centesimi sono una vita che ti scorre davanti. Mentre le altre hanno già tagliato il traguardo, tu ancora corri frastornata dall’urlo dei 90000 che ti incitano ad andare più forte come fossi la prima. Credo che in quel momento hai giurato a te stessa che tra quattro anni avresti di nuovo partecipato ad un’ Olimpiade. Per sentire lo sparo. Per migliorare quei 32 secondi e 16 centisimi.

E così adesso ti ritrovi su una carretta del mare ammassata con tanti altri.
Ma cosa ti ha fatto fare questo sogno? Tutta la vita a correre, e poi attraversare l’Africa per arrivare in una terra mai vista.
Cosa ti ha fatto fare questo sogno? Il primo se ne va in silenzio. E poi il secondo, il terzo. Solo il rollio infinito del mare. L’odore nauseabondo del fumo di gasolio, misto a salsedine, al vomito, al piscio.
Cosa ti ha fatto fare questo sogno? Abbandonare le poche certezze di una vita di stenti, per un’emozione di trenta secondi. Per trovarti in questa nave senza bandiera dove secondo dopo secondo tutti abbandonano.

Ma non tu. Chiudi gli occhi e rimani aggrappata a quella pista, niente più gemiti e lamenti solo le urla degli spettatori che ti incitano ad andare avanti. Lo sparo e poi il tuo cuore che batte ed i tuoi passi sulla pista. Uno due tre … ora davanti a te la curva, diminuisci la falcata ed aumenti la frequenza… quindici sedici … Il rettilineo. Ora devi dare tutto … il tuo sogno è a pochi secondi … venti ventuno … corri Samia corri

Probabilmente non hai sentito neanche la barca affondare. Qualcuno ha detto che doveva essere Aprile, Aprile del 2012. Che stavi andando in Italia per arrivare a Londra. Non sei mai arrivata in Italia. La Terra dove si infrangono i sogni.

Dedicato a Samia Yosuf Omar
Somalia Marzo 1991, Mediterraneo Aprile 2012

http://www.aljazeera.com/sport/2011/05/2011513103418320619.html

http://rinabrundu.com/2012/08/19/esclusiva-rosebud-il-sogno-italiano-di-samia-yusuf-omar-intervista-a-teresa-krug-di-al-jazeera/

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