Tutta n’ata Storia

Pubblicato: gennaio 5, 2015 in Corsa e Passione

LaBandadelSole

I nun vogl’ ì ‘America
pecchè nun ponno capì st’America
e si fosse pè me
caccia ‘a capa e nun vedè
e si fosse pè me
m’astrignesse pè sapè
e nun mme può dà
tutta ‘nata storia
fatta pè sudà
se venneva l’anema a duje passe
pè fà sunnà
tutta ‘nata storia
che torna avenì
lascia apierto e parlame ‘e quaccosa
i’ nun voglio ascì
i’ nun vogl’ ì ‘America
pecchè nun vonno capì st’America
e si fosse pè me
jesse annanze pè vedè
e si fosse pè me
m’astrignesse pè sapè
e nun mme può dà
tutta ‘nata storia
fatta pè suffrì
senza niente ‘ncuollo
dint’ ‘a nuttata mme può capì
e nun mme può dà
tutta ‘nata storia
ca se po’ cagnà
si te ‘ncazze è tragica
e nisciuno ce vo’ penzà
e pè me resta cielo ‘e notte
cu’ ‘nu filo mmano s’aspettava ‘o sole
e pè me resta solo addore
terra c’ammesca ‘a vita e se ne va
i’ nun vogl’i ‘America
pecchè nun ponno capì…

Pino Daniele

 

La Magia del Bosco

Pubblicato: Maggio 31, 2014 in ASD MICS, Corsa e Passione
Trail runner, una domenica di maggio
di Giuliana Ringhio Crimella

All’inizio c’è la salita. La fatica si fa subito sentire forte, il fiato è corto, i muscoli si lamentano, lo sguardo è basso ad indagare i tranelli del terreno, le gocce di sudore cadono rapide dalla punta del naso. In quei momenti a volte il tarlo del dubbio si insinua: ma chi me l’ha fatto fare? Poi improvvisamente, anche se quasi non ci credevi più, arrivi lassù, in cima. Alzi lo sguardo e lo lasci volare tutto attorno.. che bel mondo che abbiamo a portata di mano!bosco Lo stupore ed un sorriso grande, forse un po’ ebete, ti si stampano in viso e ti entrano nel cuore. Comincia la discesa. Le gambe iniziano a girare passo a passo più fluide, il piede studia ad ogni contatto il terreno, la meravigliosa macchina umana si attiva, calcola, si adatta, compensa; occhi come radar buttati in avanti, a precedere. La velocità aumenta e l’aria fresca del bosco regala energia, accanto scorrono alberi, e foglie, e rivoli d’acqua; sopra, le fronde, si alternano rapide con scampoli d’azzurro e lampi di sole; verde e rami sempre più sfuocati si mescolano con il profumo intenso della terra bagnata. La pendenza è forte, le gambe urlano, attenzione ed istinto si intrecciano; impulso animale. In un attimo è sintonia pura con la terra, un’armonia perfetta. Ogni più piccola fibra di te freme e vibra all’unisono, corpo e mente. Non stai più mettendo in gioco tutte le tue più nascoste risorse per attraversare in picchiata il bosco, tu sei bosco. Pura Vita. Poi arriva il traguardo ed il moto si arresta, i muscoli si rilassano esausti, la tensione e l’energia si spengono piano. Ma il bosco rimane con te, in te, ed è calore. E nasce quel sorriso di chi lo sa bene chi gliel’ha fatto fare.

Venti

Pubblicato: dicembre 5, 2013 in Corsa e Passione
MARIO “ERANO VENTI”
di Alessandro Arboletto

Erano venti sigarette al giorno le migliori compagne..
Erano venti  chili di troppo a sovraccaricare le sue giornate ed i pochi passi da casa all’auto e viceversa..
Erano venti anni di ozio e rassegnazione a pesare come macigni sulla sua vita..
Erano venti  minacciosi e pericolosi a far tenere le vele della sua barca chiuse.. sottocoperta..
Erano Venti  che scuotevano le sue certezze trascinandolo alla deriva.
Questo è Mario… sposato e due figli..!
Questo è Mario che m’incrocia..  mentre in maglia e pantaloncini mi accingo alla mia
corsetta quotidiana .
“Non riuscirei neanche a fare un metro con te” questo è il mantra che ripete con ossessione
ogni volta che mi vede uscire..  “.. e poi con questo tempo… sei un folle.. ma chi te lo fà fare..!!!!” aggiunge durante una giornata fredda e ventosa…!!!
Ma più che scherno..  nel suo tono di voce si scorgie amarezza ed impotenza.. come giustificare
altrimenti il suo interesse ed il suo entusiamo quando incrociandoci per un caffè ci si ritrova a parlare delle mie gare domenicali? Ed il suo occhio sognante quando racconto  quei luoghi magici che
puoi incontrare solo lungo un cammino o in una corsa?
E’ questa entusiasmo, quella piccola scintilla nei suoi occhi la leva che m’induce a provare a scardinare quel la corazza.. quell’insicurezza pesante più dei suoi 20kg di troppo.
Un giorno.. mentre prendiamo il solito caffè.. guardando fuori dalla finestra i monti sull’orizzonte gli dico… indicando una cima famosa da queste parti ..  “quello è l’arrivo di molti miei allenamenti in salita la prossima volta che ci vado andremo insieme”.
Mi guarda come se avessi detto la più grande eresia del mondo..!! ma la chiave è una scommessa:
“allenati con me per un paio di mesi.. e se non sarai in grado di seguirmi sin lassù ti compro le sigarette per un mese..” !
“Ok” disse lui… “ma non voglio farti perdere tempo.. tu devi allenarti e non riuscirò mai a stare con te”.
Quante volte avevo già sentito questa frase… e quanti di quelli che l’avevano pronunciata sono ora decine di posti davanti a me nelle gare domenicali.. ma non era questo il punto.. volevo solo vedere se accettava la sfida.. il solo fatto mi indicava che dentro si era mosso qualcosa.. quel qualcosa che normalmente poi  non riesci più a fermare.st-francis
“Domani porta il cambio che si parte per la prima camminata  –gli dissi-  non dovrai correre.. ma faremo delle belle camminate lungo l’acquedotto”
E’ così che Mario ha cominciato la sua avventura verso un nuovo stile di vita..!
Lungo queste passeggiate mi racconta che 20 chilogrammi e venti anni orsono era anche lui uno sportivo, un tennista, qualificato C1.
Mi dice che era un mancino terribile , un McEnroe “de noantri”  tutto estro e Serv&Volley..!
Racconta delle sue gambe forti e scattanti.. che volavano sù e giù per il campo.. delle vittorie..
delle delusioni.. della fatica e dell’appagamento sotto la doccia.
“ma ero giovane allora… ora non ho più l’età..!!” si lascia scappare, pentendosene amaramente incrociando il mio sguardo… essendo  coetanei..!!!
Pian piano quei racconti lungo l’acquedotto  sono divenuti  irrinunciabili sia per lui che per me..
tre volte alla settimana… immancabilmente.
Intanto il passo aumentava.. divenendo corsa leggera in breve tempo.
Mi chiede consigli sull’alimentazione.. e lascia lungo la strada i primi Kg di troppo.
Si avvicina il gran giorno.. si deve andare sulla famosa cima.
Ci ritroviamo di buon mattino prendiamo la macchina e la lasciamo al solito parcheggio
del ristorante… da lì in due minuti siamo sul sentiero che in dodici km  e 800 mt di dislivello
ci farà salire sino in cima…!
Il passo si fà subito deciso ed in due ore e mezzo… prima di pranzo…  siamo in vetta..!!!
“Le gambe fanno male” mi dice … “ma la soddisfazione non sò come esprimerla”!
Mario oggi corre.. ha smesso di fumare.. si allena regolarmente ed ha perso già 15Kg
dei suoi 20 di troppo, ha già partecipato a due maratone… ed il figliolo grande lo aspetta
immancabilmente al traguardo delle gare..!!
A volte ancora mi chiede di andare a correre insieme se capito da quelle parti…
ma  ora con tono di sfida…!
Ogni volta si ripete la stessa magia.. ed allora giù con Setball.. Smash e Tie-break,
lo ascolto in silenzio e ritorno con la mente ai discorsi davanti ad un caffè..!!!

Il fischietto

Pubblicato: novembre 27, 2013 in Corsa e Passione

Ricordo ancora il mio primo trail. Avevo 16 anni, scout gruppo Roma 110, capo squadriglia dei Falchi. In realtà i ricordi sono in bianco e nero, come le foto del tempo. Allora non si chiamava trail, ma hike, e negli scout era una prova di iniziazione, durante un campo estivo l’ultimo campo da scout,  prima di passare al noviziato. Dovevo percorrere in un giorno un percorso ad anello di circa 40km, notte compresa, tra i monti della Meta in Abruzzo.Gli scarponi era quelli dell’esercito, anfibi marroni, comprati usati al mercato di via Sannio. Usati, ma perfettamente ingrassati, erano ritornati come nuovi. Lo zaino, anche quello era uno zaino militare, senza intelaiatura, un sacco di tela grossa verde, con degli spallacci rigidi come ferro. Le borraccie due di acciaio, militari anche quelle. Il fornello a spirito, di acciao. La tenda, della Ferrino a due posti, intelaiatura in ferro come i picchetti per montarla, peso 15 chili. La torcia enorme. Maglione e calze militari, di lana grossa. In tutto penso che lo zaino doveva pesare tra i 25 ed i 30 chili. La cartina era una fotocopia fatta da una carta militare. Ne avevo due, una di riserva nello zaino una nella tasca dei pantaloni. La bussola, quanto di più semplice poteva esserci, ed un fischietto di metallo. Regalo di Alberto, Roberto e Bruno, i miei amici, per ilcompleanno. Quelli con i quali passavo la gran parte del mio tempo di allora. Con i quali suonavamo a qualche festa ed alla messa la domenica.gaetanoscbn
Ricordo l’eccitazione e la preoccupazione della notte prima. Poi alle quattro del pomeriggio la partenza. I chilometri, la strada persa decina di volte. La prima notte da solo in tenda su un altipiano. E poi la sveglia la mattina presto, alle prime luci dell’alba. Ed ancora i chilometri, la strada persa. Alla fine l’arrivo al punto x ad ora di pranzo e poi il ritorno. Del ritorno ricordo solo le lagrime per la sofferenza fisica ed il dolore ai piedi ed alle spalle. E la grande forza di volontà di continuare e finire quello che avevo iniziato. Arrivai alle 18:00 del giorno dopo. Ventisei ore. Le spalle segnate dai lividi e scavate dagli spallaci dello zaino. Le calze sporche di sangue per le vesciche esplose. E la grandissima gioia per avercela fatta. Erano quelli anche i tempi dei primi innamoramenti. Ricordo ancora quando all’arrivo ho visto la guida, le di cui ero segretamente innamorato, la ragazza che seguivo di nascosto alla sua uscita di scuola, nascosto nel cinema Don Bosco. Distrutto ma felice di incontrare di nuovo il suo sguardo.

Adesso tanti anni dopo, sto di nuovo per partecipare ad un trail 43 km 3000 metri di dislivello nell’appenino tosco romagnolo. Le scarpe tecniche da trail, con la possibilità di scegliere a casa tra diversi tipi, quella che ha la suola più adatta al percorso ed al tempo atmosferico. Lo zaino, 17 litri tecnico, piccolissimo e leggerissimo. Maglie e calze tecniche. Lampada frontale. Borraccie in materiale plastico. Barrette energetiche e gel per l’alimentazione. Telefonino impermeabile, con bussola, altimetro e GPS. Orologlio GPS. Lo zaino peserà tra quattro e cinque chili. Partenza alla sei di mattina. Arrivo previsto dopo 9-10 ore. Adesso sono solo la maggior parte del tempo. Da solo, per lavoro, viaggio due tre volte al mese in tutto il mondo. Ma incredibilmente eccitazione e preoccupazione sono quelle di allora. La fatica ed il dolore anche, ne sono sicuro. Così come il fischietto, che ancora ho e che porterò con me.

Ecco quel fischietto rappresenta la nostalgia di qualcosa che anche se uguale, non sarà mai più la stessa. Se potessi solo rivivere quei momenti anche per un attimo, lo rifarei con 25 chili sulle spalle, un vecchio zaino, gli scarponi militari e quel fischietto…

La tradizione non si smentisce e poi si sa, la cultura si respira nell’aria dove si vive. Così ci indigniamo facilmente della pochezza dei nostri politici se confrontata con quella dei paesi più industrializzati (e non solo), ma poi siamo i primi a saltare una fila, a parcheggiare dove non si dovrebbe, a guidare con il telefonino in mano, a guidare dopo aver bevuto solo un poco … Tanto cosa vuoi che sia in confronto a quello che fanno gli altri.

Questo conportamento, da furbetti del quartierino, tutto italiano, si esalta nei grandi appuntamenti specialmente all’estero. E cosa c’è di più grande della maratona di New YorK? E così, ogni anno due giorni dopo la maratona, scarico il file degli italiani arrivati e naturalmente si trovano sempre non poche incongruenze. Devo dire che quest’anno quelli che sembrano i sarti più eclatanti, sono maratoneti da gratta e vinci. Non ho altro termine per dipingere chi taglia per concludere la gara in 5 ore o più. Probabilmente sono andati a New York in vacanza grazie al gratta e vinci appunto, e ne hanno approfittato per fare prima una corsetta in compagnia, poi una camminata tra amici, poi un salto al bar, la metro finalmente vuota, e poi all’arrivo a prendere la medaglia. Per dire io c’ero. Io ho corso la maratona di New York. Yeah. Almeno quando imbrogliamo facciamo le cose per bene, che ne so come Rosie Ruiz che ha vinto la maratona di Boston nel 1980 prima donna con il record di 2 ore e 31, salvo poi scoprire che era uscita dalla folla solo a due miglia dall’arrivo.4novembre

Certo la maratona è un calvario e pochi hanno voglia di soffrire fino in fondo. Ma se vogliamo un paese migliore dobbiamo cominciare tutti, la rivoluzione, dalle piccole cose. Perchè se in Italia nessuno saltasse la fila, se tutti parcheggiassero dove si può, se si osservassero le regoli normali del vivere civile, allora state sicuri che non avremmo lo stato che abbiamo.

Non è difficile, basta portare ognuno la sua piccola croce, senza lasciare a questo povero cristo di portarla per tutti … anche nella corsa.

Ottobre tra le vigne

Pubblicato: ottobre 31, 2013 in ASD MICS, Gare

San Colombano Spritz 

di Giuliana Crimella

Domenica scorsa, il 13 ottobre, l’appuntamento con la corsa è stato fra le belle colline pettinate a vigneti  di San Colombano al Lambro. Il gruppo è numeroso, rumoroso, disordinato e variegato, ma compatto ed unito dalla voglia di passare insieme una giornata speciale. Il primo ritrovo è a Cologno sotto casa di Alessandro e Roberta con anche Gianni, Fabio e Cristina. Deciso ed organizzato il rientro, che sarà scaglionato in base alle esigenze di ognuno si parte. Il tentativo è quello di incontrarsi per una colazione lungo la strada con Giovanni e Simona, partiti nel frattempo da Milano. Tentativo fallito, errori di comunicazione. Con gli altri appuntamento direttamente a destinazione.
La partenza è prevista dagli organizzatori tra le 8.00 e le 9.00 e noi ci si presenta ovviamente all’ultimo, alle nove meno poco. Si decide tutti per l’iscrizione con riconoscimento: pare che si tratti di una bottiglia di vino locale piuttosto buono.
Uno degli organizzatori cerca di convincerci a fermarci al massimo ai 12 km del percorso medio, sperando probabilmente di non andare a casa troppo tardi, sostenendo che le salite e discese della prima parte di gara siano più che sufficienti a ritenersi soddisfatti senza la necessità di proseguire fino ai 20 km del percorso più lungo. Lo dice con simpatia, ma mentalmente prendo nota della ‘sfida’ lanciata e mi riprometto di non perderla.
San Colombano1Una volta completata l’iscrizione ci concediamo una bella colazione energizzante: caffè con ‘spuma di latte spray’ (c’è sempre qualcosa da imparare) e pezzo di pane appena sfornato offerto gentilmente dalla signora di  un banchetto lì davanti con in vendita prodotti freschi a ‘chilometro zero’.
Finalmente ci riuniamo anche con Francesca che ci presenta gli ultimi ‘anelli’ mancanti: Enrico, Fabio, Angelo; la formazione è al completo.
Ci incamminiamo verso la partenza ed in un attimo siamo già ‘in gara’; mi piacciono queste partenze dolci, in sordina, senza spari di cannone! Percorriamo alcune belle vie del centro, pavimento in pietra e casette curate al dettaglio, ed in un attimo siamo nel verde, subito impegnati in salite e discese.
Il posto è meraviglioso e, nonostante la giornata senza sole, ci regala panorami emozionanti e spunti fotografici infiniti a cui non sappiamo rinunciare. Roberta viene eletta fotografa ufficiale della manifestazione, coadiuvata da Enrico.
L’altimetria del terreno è precisamente accompagnata e sottolineata dalle voci del gruppo: chiassose ed ilari nei tratti pianeggianti, quasi assenti e bisbiglianti nelle salite impegnative, adrenaliniche nelle discese a perdifiato fra fango ed erba bagnata.
Simona, che sta portando avanti una preparazione seria e studiata, è particolarmente determinata. Se nelle salite più dure si concede qualche passo più lento è solo per pochi attimi perché poi riparte subito, con ritrovata energia, più concentrata di prima.
Al primo bivio ‘perdiamo’ soltanto il buon Gianni che decide per il giro corto, quello da 7 km, in favore di una doccia lunga ed un po’ di sano relax. Lo ritroveremo ad aspettarci all’arrivo con le borse della spesa piene di prodotti tipici della zona.
L’andamento è un po’ a fisarmonica: a tratti ci si sgrana un po’ tra una collina e l’altra, ma subito dopo ci si ricompatta e ci si ritrova uniti, in formazione da battaglia.
La fatica di restare tutti insieme è tanta ed è da considerare sotto un doppio punto di vista: c’è sicuramente lo sforzo di chi cerca di tenere un ritmo più elevato del proprio per non farsi aspettare troppo, ma è altrettanto forte l’impegno di chi potrebbe volare via leggero ed invece rimane ad aspettare, incoraggiare e spronare chi, di volta in volta, ne ha più bisogno.
Insomma tanto lavoro di gambe, di fiato, di testa: ripagato abbondantemente da mille risate, una grande soddisfazione e da quella sensazione di buona condivisione di emozioni e pensieri  che rende un’esperienza speciale e degna di essere ricordata.
Arriviamo quindi al bivio fra 12 e 20 km dove senza troppa fatica anche i più dubbiosi si lasciano convincere a prolungare la ‘gita’ ed ci dirigiamo, sudati e felici, lungo la strada che ci porta ad allontanarci di nuovo dalla zona di arrivo in favore del bel castello del Barbarossa.ColombanoAlLambro
Imbocchiamo poi, con il dubbio di star sbagliando strada, il favoloso vialetto di un casale, forse un agriturismo, per arrivare così all’ultimo ristoro con tanto di gazebo ricoperto di tulle (dove non mancheremo di fare la foto di rito) e cane festante. Ci presentiamo appena in tempo per bloccare i gentilissimi volontari che stavano già ‘sparecchiando’ la tavola, convinti che non ci fosse più nessuno sul percorso. The e biscotti a volontà che neanche i sudditi di Elisabetta alle 17.00!
La fatica comincia a farsi sentire ed ogni nuova salita, resa ancor più scivolosa dal passaggio di tanti piedi prima dei nostri, sembra sempre più dura e difficile, ma la vicinanza con il traguardo ci regala nuove energie ed improvvisamente i nostri piedi si ritrovano a calpestare nuovamente il pavé fra le casette a tinte leggere. Un’ultima curva e ventidue gambe stanche si compattano spontaneamente sulla linea d’arrivo. Vittoria!
Sotto la doccia, meravigliosamente calda, il pensiero va agli amici rimasti a Milano a correre la DJTen nel grigio dei palazzi e dell’asfalto. Il sorriso sui nostri volti è ancora più convinto.

Grappa, Toscano e Spritz

Pubblicato: ottobre 28, 2013 in ASD MICS

Ancora ricordo la prima volta che ho bevuto una grappa. Avevo 18 anni ed ero andato a trovare un sacerdote conosciuto quando ero uno scout, un ragazzo di 50 anni che saliva in montagna come pochi. Aveva appena finito di dire messa, ed una volta in canonica, svestito il paramento, in jeans, scarponi e camicia azzurra ci offre sorridendo il suo ultimo distillato: “questo è appena uscito dall’alambicco, dovete assolutamente provarlo”. Per anni ho pensato che fosse il classico scherzo da prete: infatti nonostante avessi divorato per intero l’immancabile cioccolata, ration D bar, dell’esercito italiano però, non la Hershey’s,  continuavo (e continuo ancora adesso se ci penso) a sentire il fuoco attraversare la gola ed esplodere nello stomaco.

Il toscano si accompagna agli anni del lavoro. Non tollerando più il caffè, ho cominciato dopo pranzo e cena a fumare mezzo toscano. Quel sapore amarognolo infatti ben si concilia con le amarezze che sempre più spesso si devono sopportare nella vita. Adesso è diventato un indicatore di progetto come la mia barba: barba lunga e toscano al mattino vogliono dire progetto in situazione critica.grappatoscanospritz

Lo Spritz invece l’ho scoperto con la corsa seguendo the R.U.N il bellissimo reality sulla corsa, dove uno dei miei personaggi preferiti, Daniele Luppari appunto, aveva il soprannome di Spritz. L’immancabile arancione, più che la corsa però, accompagna la fine di ogni immersione, insieme al toscano naturalmente …

Grappa, Toscano e Spritz: saggezza, passione, storia, gusto amaro e freschezza. E’ da qui che riparte il blog asdmics. Con l’aiuto di Davide e Giuliana cercheremo insieme di raccontare le nostre avventure di corsa ed i nostri pensieri sul running e trail running. Pensieri e racconti che saremo lieti di raccogliere da ogni MICS: basta inviare la mail con il post proposto a ASD MICS asdmics@gmail.com

Chi poi è la grappa, chi il toscano e chi lo spritz … lo lascio immaginare …

Zanardi, ancora una favola di Natale

Pubblicato: dicembre 25, 2012 in Corsa e Passione

Venezia 2012

Zanardi corre a Venezia insieme ad Eric Fontanari, ragazzo tetraplegico di 17 anni,anche lui in handbike.
Ecco il suo racconto:

E’ stata un’avventura pazzesca! Attorno al 25° km mi è venuto qualche dubbio perché Eric ha iniziato a patire il freddo con degli spasmi muscolari e non riusciva più a tenere la sua handbike che piegava tutta a sinistra. A quel punto ho capito che era troppo rischioso arrivare in queste condizioni a Venezia per cui, memore dell’esperienza dello scorso anno con Francesco Canali, ho deciso di sganciare la ruota anteriore di Eric e agganciare il suo mezzo al mio con una corda trovata quasi per caso sul percorso. Siamo così ripartiti, quando sul Ponte della Libertà iniziava a scendere una pioggia battente e tirava un vento fortissimo. Ma il bello doveva ancora venire: qualche chilometro dopo, infatti, mi si rompeva la guaina del cambio e tutto ciò mi ha costretto ad utilizzare un rapporto durissimo e fare una fatica incredibile. Poi, miracolosamente, ho trovato un nastro e ho ‘steccato’ la guaina rotta attorno al freno. In questo modo sono riuscito a cambiare di nuovo e rendere quindi più facile la mia pedalata. Inoltre, ero troppo incitato da Eric che dietro di me urlava ‘vai trattore che ce la facciamo, arriviamo al traguardo!’. Iniziavano così i 13 ponti di Venezia, dove io facevo fatica a tenere l’handbike perché la ruota anteriore slittava, visto che tutto il peso era sbilanciato all’indietro. Zanardi-ed-Eric-a-Venezia-VeniceMarathon-2012
Avevamo il pubblico e i volontari ad aiutarci, e sapevamo che il traguardo era vicino e non potevamo mai mollare in quel momento. Dopo l’ultimo ponte mi sono fermato per attendere l’accompagnatore in bicicletta che avrebbe dovuto portarmi la ruota anteriore dell’handbike di Eric, perché volevo fosse lui a transitare per primo sul traguardo. Purtroppo, l’accompagnatore non è mai arrivato, forse fermato dagli addetti alla sicurezza, e così ho deciso di trainare Eric fino a 1 centimetro dall’arrivo, sono sceso dalla mia handbike e, come già fatto lo scorso anno con Francesco, ho fatto in modo che fosse il suo corpo a transitare per primo sotto la linea di arrivo. Adesso, con il senno di poi, dico che è stata durissima ma anche stavolta un’emozione incredibile: non potevo arrendermi, perché Eric ci ha creduto dal primo all’ultimo metro. Mi complimento anche con Fabio Marzocchi, l’altro ragazzo con noi in gara nel progetto Bimbingamba Sport che ci ha staccati al 25 km per portare a termine la sua gara con facilità
”.

Martedi 6 Novembre: Chicco se ne è andato come il fratello. Metro più metro meno, nello stesso posto. Investito da una macchina sulla via Emilia.
Chicco era un gatto libero: rientrava in casa quando voleva, in genere rimaneva a casa la notte, e poi di giorno usciva. Nonostante si fosse già giocato più di una delle sue sette vite sulla strada, ancora non aveva imparato. E così affrontava il pericolo e la paura di corsa. E dire che più di una volta l’avevo portato in braccio vicino la via Emilia a sentire il rumore assordante delle macchine: “Senti qui è pericoloso, non ci devi venire”. Poi lo lasciavo e lui tornava a casa. Ero sicuro avesse capito.
L’unica cosa che mi consola è che non ha sofferto. Sicuramente è morto sul colpo: nonostante sia un centro abitato e nonostante i limiti di velocità ed i segnali, sono migliaia le bestie di automobilisti che se ne fregano e corrono. Se ne fregano e corrono oltre i limiti. Se ne fregano della vita degli uomini e dei bambini, figuriamoci di quella di un gatto. Non sono solo i gatti che muoiono infatti su quel tratto della via Emilia.
Questo mi porterebbe a scrivere parole, che non meritano di essere nel Requiem del gatto Chicco capace di portare e regalare goia e sorrisi.
Solo un ultimo pensiero. Mentre lui se ne andava, io ero in Ungheria per lavoro. E come tante altre volte in questi casi, vengo a sapere degli accadimenti tristi solo quando ritorno a casa, quindi in questo caso Venerdì. Mercoledì notte, ancora ignaro, ho sognato Chicco che rientrava a casa con il pelo tutto arruffato e sporco, e con un occhio penzolante. Io lo accarezzavo e dicevo “Non ti preoccupare Chicco, ti vogliamo sempre bene”. Non l’avevo mai sognato.

Quello che penso ? Che chi vuole bene ha un’anima ed il suo spirito ci rimane sempre vicino. Indifferentemente se uomo o animale.

ASD MICS non è in vendita

Pubblicato: ottobre 22, 2012 in ASD MICS

L’occasione l’hanno fornita voci ed articoli sui principali quotidiani sportivi nazionali che riportavano di un interesse da parte di società cinesi e magnati arabi all’acquisto di pacchetto azionario di ASD MICS. E così abbiamo incontrato il presidente di ASD MICS per fare il punto sul primo anno MICS e sui programmi futuri.

“Allora Presidente vendiamo agli arabi oppure ai cinesi?”
Pres, sorridendo: “A nessuno dei due ASD MICS è e resta una splendida realtà italiana”

“Allora queste voci sono false?”
Pres: “Non confermiano, e non smentiamo”

“Certo una bella soddisfazione: dopo aver acquistato un pacchetto dell’Inter e dopo che gli arabi hanno provato ad acquistare il Milan, l’interessamento ad ASD MICS è un segnale forte”
Pres: “Come detto siamo una splendida realtà italiana, che non fa solamente sport, podismo e trail, ma è anche cultura, viaggi, internet, ma sopratutto occasione per stare e crescere insieme”

“A proposito di finanza, anche per il 2013 continuate a seguire la linea Barcellona FC, solo sponsor a scopo benefico?”
Pres: “ Si anche quest’anno parteciperemo in massa a MCM con diverse squadre e correremo per Emergency e Theodora. Inoltre difficile quantificare il valore del nostro marchio, se per una partita di calcio e per un’ora si pagano svariati milioni, quanto valgono le 36 ore di Davide alla 100 Miglia del Magredi ?”

“Si parla di un nuovo sponsor tecnico”
Pres: “E’ vero, abbiamo già cominciato dallo scorso anno ad utilizzare un nuovo sponsor per fornire alla nostra squadra una più ampia scelta di capi tecnici. Continueremo anche quest’anno. Ma i colori non si toccano !”

“Facciamo il punto della situazione dell’anno passato allora: Trail e Podismo. Risultati?”
Pres: “Molto importanti: abbiamo coperto dalle tapasciate della domenica ai cento km ed anche oltre correndo ultra trail in montagna e nel deserto, passando dalle gare in pista dove abbiamo avuto eccellenti risultati nel settore femminili e nelle veloci 5-10 km. E poi non dimentichiamo la partecipazione a MCM 2012 ed il prestigioso 15 posto nella classifica assoluta”

“La nuova stagione ?”
Pres: “Cominciata alla grande oltre al trail dei Poeti e del Lago d’Orta, abbiamo partecipato alla Maratona dell’Acqua ad Iseo con una nostra squadra, all Maratona Alzhaimer 30 km e poi la prestigiosa e già citata 100 Miglia del Magredi. Adesso la Terremota e poi alcuni dei nostri portacolori parteciperanno alla Maratona di Firenze. Il 2013 è tutto da scoprire”

“Sempre i giornali sportivi lamentano che dopo Ibrahimovic, la piazza milanese sta per perdere diversi campioni e velocissimi MICS. Ci può aggiornare a riguardo?”
Pres: “ASD MICS è una realtà globale, abbiamo già partecipato a diverse gare in Svezia, vogliamo esplorare la Gran Bretagna e ritornare protagosti in Italia, anche insieme alle società con le quali abbiamo un fraterno sodalizio”